La Cina controlla i suoi cittadini attraverso il digitale

Abstract: la Cina controlla i suoi cittadini attraverso il digitale. In che modo la via promossa da Xi Jinping per il controllo della società attraverso i flussi digitali, le tracce lasciate in rete e lo sviluppo delle tecnologie 4.0 è qualcosa di peculiarmente cinese e quanto invece ci riguarda da vicino come società occidentale? lo strapotere degli strumenti della società digitale non può, non interrogare anche noi perché a fronte degli innegabili vantaggi della tecnologia questa può facilmente porta re ad una progressiva erosione dei diritti e della privacy

L’Occidentale 31 Ottobre 2022

“Stato di sorveglianza”, ecco la via cinese

al controllo digitale della società

di Valentina Monarco

Due giornalisti che spesso hanno firmato inchieste per il Wall Street Journal aprono uno squarcio su un aspetto meno approfondito del regime cinese ma ugualmente meritevole di riflessione: il controllo e l’utilizzo dei dati digitali.

 Josh Chin e Liza Lin hanno dato alle stampe una ricerca approfondita dal titolo emblematico: “Stato di sorveglianza. La via cinese verso una nuova era del controllo sociale (Bollati Boringhieri, 2022). In che modo la via promossa da Xi Jinping per il controllo della società attraverso i flussi digitali, le tracce lasciate in rete e lo sviluppo delle tecnologie 4.0 è qualcosa di peculiarmente cinese e quanto invece ci riguarda da vicino come società occidentale?

Chin e Lin parlano di “datopia”, un termine coniato per individuare in maniera suggestiva un sistema incentrato sul ferreo controllo dei dati usati dagli apparati della Repubblica Popolare per controllare i cittadini, ben oltre i limiti sperimentati in Occidente.

I due autori si concentrano su due scenari emblematici, che sembrano uno lo specchio distorto dell’altro.

Nella regione dello Xinjiang, dove un movimento di minoranza cerca di resistere al controllo asfissiante del Partito, lo Stato ha instaurato un regime di polizia nel quale gli uiguri, circa 11 milioni di persone, hanno perso ogni diritto alla libertà personale e alla privacy, costantemente sotto l’occhio vigile dell’intelligenza artificiale di Stato. Da tutt’altra parte, invece, sorge Hangzhou, fiorente centro logistico e turistico, nella cui regione il governo cinese è impegnato a sviluppare una capillare digitalizzazione, con l’obiettivo di governare ogni aspetto della vita sociale, economica e personale dei cittadini. Dalla sicurezza alimentare alla sanità, fino al traffico e alla vivibilità.

Due facce di una stessa medaglia. Controllo e repressione nei confronti degli uiguri, iper efficienza e gestione capillare delle complessità nella provincia punto di riferimento dei traffici e-commerce globali.

Il comune denominatore è lo strapotere degli strumenti della società digitale che, seppure calati nelle tipicità della Repubblica Popolare Cinese, non possono, come evidenzia il libro di Chin e Lin, non interrogare anche la società occidentale.

Gli autori fanno non a caso emergere le applicazioni più brutali ed estreme di queste tecnologie, anche quando la loro applicazione appare a un primo sguardo favorevole ai cittadini. Nel libro viene chiarito che gli sviluppi più sinistri non riguardano la sola Cina: anche gli Stati Uniti devono affrontare ogni giorno compromessi simili tra i vantaggi che questi strumenti possono apportare nella lotta alla criminalità, per esempio, e la progressiva erosione del diritto alla privacy, rendendo una società già molto diseguale ancora più iniqua.

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