Secondo una ricerca delle Università di Washington e Seattle pubblicata su “Science”, l’oceano assorbe calore e “nasconde” l’innalzamento delle temperature provocato dal riscaldamento globale. Ma questo “falso tappo”, avvertono gli scienziati, salterà dal 2030
[NOTA DI Rassegna Stampa. Ambientalisti come i Testimoni di Geova. Di fronte all’evidente inconsistenza degli allarmi sulla “fine del mondo” causata dal riscaldamento globale – che fino a ieri era secondo loro già in atto – spostano sempre più avanti il momento in cui avverrà la catastrofe (il 2030). Intanto dall’articolo si evince che se un riscaldamento c’è la natura ha già messo in campo idonee contromisure per contrastarne gli effetti]
OSLO – L’Oceano Atlantico avrebbe oscurato la gravità del global warming, il riscaldamento globale, assorbendo grandi quantità di calore dall’atmosfera. E’ ciò che sostiene uno studio delle Università di Washington e Seattle, pubblicato sulla rivista scientifica Science, che allo stesso tempo però avverte: questo “tappo” salterà intorno al 2030, periodo in cui le temperature dovrebbero ricominciare a salire più o meno vertiginosamente, provocando dunque gravi danni all’ambiente.
Il falso rallentamento dal 1998. A innescare lo studio dei ricercatori americani è stata la strana lentezza dell’innalzamento delle temperature che, nell’ambito del riscaldamento globale, ha cominciato a rallentare dal 1998. Questo, nonostante un contestuale aumento delle emissioni di gas serra, provocato in particolare da alcune economie emergenti come la Cina. Secondo Ka-Kit Tung, ricercatore e coautore dello studio, questa discrepanza è in gran parte causata dall’Oceano Atlantico.
RISCALDAMENTO GLOBALE – “SOLO 17 ANNI DI TEMPO PER SALVARE LA TENDENZA”
Le cause. Secondo lo studio, infatti, una corrente dell’Atlantico che dai tropici va verso nord ha aumentato la sua velocità, “risucchiando” calore dalle acque superficiali e spingendolo in fondo, fino a una profondità di 1500 metri. Questo anche anche a causa di un cambiamento della salinità del mare. Ma il fenomeno di “raffreddamento” provocato dall’Atlantico dovrebbe scemare intorno al 2030. “In quel momento”, ha aggiunto Ka-Kit Tung, “l’impatto del global warming tornerà a crescere ed essere molto evidente.
Gli altri studi. Sinora, altri studi avevano fatto intendere che il responsabile della mancata percezione del global warming fosse l’Oceano Pacifico, probabilmente legato a fenomeni atmosferici come La Nina che fanno scendere le temperature. Altre ricerche degli anni scorsi, invece, hanno accusato l’inquinamento industriale che bloccherebbe i raggi solari. Una teoria in parte confermata da un altro recente studio svizzero pubblicato sulla rivista Nature Geoscience.
CLIMA – DA 134 ANNI MAI UN GIUGNO COSÌ CALDO
Il futuro. Il prossimo appuntamento mondiale per affrontare la questione del cambiamento climatico si terrà a Parigi nel 2015. In gioco c’è il passaggio dei combustibili fossili alle energie rinnovabili. Una rivoluzione che però, complessivamente, costerebbe circa 1000 miliardi di dollari a livello globale. Tuttavia, anche se, come si diceva, il riscaldamento globale sembra aver rallentato, secondo le Nazioni Unite 13 anni (su 14) di questo secolo sono stati ipiù caldi da quando l’Onu compie le sue rilevazioni. Sempre secondo le Nazioni Unite, c’è una probabilità del 95 per cento che il global warming, che dal 1960 ha provocato più ondate di calore, nubifragi e innalzamento dei livelli del mare, sia causato dalle emissioni umane.