“cercate ogni giorno il volto dei santi e traete conforto dai loro discorsi”
[Didaché IV, 2; CN ed., Roma 1978, pag. 32].
di Rino Cammilleri
Era figlio di WilIiam, secondo barone di Cantelupe, e nipote di Walter, vescovo di Worcester. Tommaso nacque verso il 1218 ad Hambledon e fu educato dallo zio. Nel 1245 fu megìster artium a Parigi e, dieci anni dopo, reggente di diritto canonico a Oxford. Dopo avere accumulato diversi titoli, nel 1275 divenne vescovo di Hereford. Introdotto in politica ad alto livello, appoggiò il partito di Simone di Montfort e fu uno dei procuratori nominati a rappresentare i baroni nel famoso arbitrato che vide la disputa tra nobiltà e re risolta da s. Luigi IX di Francia. Tommaso, durante il conflitto tra i baroni e il re d’Inghilterra Enrico III, fu eletto cancelliere del regno.
Solo col successivo re, Edoardo I, poté diventare il consigliere numero uno della corona. Aveva il vizio di sciorinare pubblicamente durante le prediche i peccati dei potenti. Niente di segreto, per carità: erano cose che sapevano tutti. Ma dette dal cancelliere e vescovo di Hereford erano tutt’altra cosa. Si mise perfino in contrasto con l’arcivescovo di Canterbury, e la cosa finì in scomuniche reciproche. Comunque, nel 1282 Tommaso giudicò saggio andarsene dall’Inghilterra.
Fu accolto dal papa Martino IV a Orvieto, città dove si ammalò e venne a morte nello stesso anno. Fu sepolto nell’abbazia di San Severo, ma il suo cuore prese la via di Ashridge (l’aveva promesso a Edmondo, conte di Cornovaglia). Le sue ossa, poi, finirono nella cattedrale di Hereford. Grazie ai moltissimi miracoli che si verificarono, Hereford divenne, dopo Canterbury, il centro di pellegrinaggio più famoso e frequentato dell’Inghilterra.
il Giornale