Per vivere la pienezza del Vangelo abbiamo bisogno di una fede “orizzontale” e “verticale”
di Carlo Climati
Una mamma mi ha raccontato che sua figlia si sta preparando alla prima comunione in parrocchia. Il catechista, qualche giorno fa, ha impiegato un’ora per spiegare ai bambini come si fa la raccolta differenziata e come si deve distribuire la spazzatura nei cassonetti. Perché meravigliarsi? Anche questi argomenti sono parte di una formazione cristiana. Fare la raccolta differenziata significa dare il buon esempio e contribuire al rispetto per il Creato.
La stranezza è un’altra. Lo stesso catechista, nei suoi incontri con i ragazzi, ha detto ai bambini che il Rosario è una preghiera superata e ripetitiva. Secondo lui, bisognerebbe mettere da parte questa preghiera e meditare solo sulle Scritture. Lo stesso catechista ha affermato che la cosa più importante, nella vita cristiana, sono le opere: il volontariato, l’impegno nel sociale, la solidarietà e l’aiuto dei poveri.
Situazioni come queste, purtroppo, non sono rare. Si sta diffondendo sempre di più l’idea di un Cristianesimo orizzontale e poco spirituale, che punta a cancellare le nostre tradizioni più belle. Vanno di moda i cosiddetti “preti di strada”, impegnati nel sociale, ma critici nei confronti degli insegnamenti della Chiesa. Non tutti, fortunatamente, sono così. Ma non mancano, purtroppo, quelli che contestano apertamente il Magistero.
Questi sacerdoti svolgono un’opera preziosa in aiuto dei poveri, delle prostitute, degli immigrati, delle persone tossicodipendenti o senza fissa dimora. Chi può negarlo? Il problema è che, ultimamente, si sta diffondendo sempre di più l’idea che il “prete di strada” sia il “vero prete” o che sia addirittura migliore di quei sacerdoti che trascorrono il loro tempo nel confessionale.
Le due cose, in realtà, non sono in contraddizione. Un sacerdote può essere sensibile ai temi sociali e contemporaneamente svolgere il suo compito di pastore, occupandosi delle anime e non solo dei corpi. E’ triste, invece, ciò che sta accadendo oggi. Si cerca, sempre di più, di svuotare la fede cristiana della sua dimensione spirituale, per invitare le persone a dedicarsi principalmente all’impegno nel sociale.
Basterebbe poco per correggere certi estremisti e ritrovare la strada giusta da percorrere. Conoscete le parole crociate? I cruciverba sono composti da parole che devono essere scritte in modo orizzontale e verticale. Se non si scrivono le parole in entrambi i sensi, il cruciverba non può essere completato. Lo stesso dovrebbe accadere nella nostra vita cristiana, per essere vissuta nella sua pienezza. Non si può essere soltanto cristiani orizzontali, perché il Cristianesimo non è filantropia. Non si può essere soltanto cristiani verticali, perché il Vangelo dev’essere vissuto concretamente nella vita quotidiana.
Il volontariato è bello, ma non è più importante della preghiera. E’ dal rapporto sincero con Dio che bisogna partire per illuminare il resto della nostra esistenza. Altrimenti non si potrà andare da nessuna parte. Ho incontrato, tempo fa, una persona favorevole alla possibilità che le coppie omosessuali abbiano dei bambini. Per sostenere la sua tesi, mi ha detto: “Conosco tante coppie di omosessuali che amano veramente i loro bambini. E poi, fanno tantissimo volontariato. Sono proprio delle brave persone, che dedicano la loro vita agli altri”.
Ecco un chiaro esempio di come il volontariato possa essere mitizzato e considerato una specie di “smacchiatore”, in grado di cancellare qualunque errore della nostra vita. Non metto in dubbio che questi omosessuali siano brave persone. Probabilmente avranno tante bellissime virtù, che cercano di vivere attraverso l’impegno del sociale. Ma il volontariato non cancella quello che, secondo me, è un comportamento inaccettabile. Penso, infatti, che i bambini abbiano bisogno di vivere in una famiglia con una mamma e un papà. Il buon senso ci insegna questo.
Non dimentichiamo, poi, che alcuni bambini che vivono con coppie omosessuali sono frutto del triste mercato delle gravidanze in affitto. Ci sono donne povere costrette a “vendere” il figlio che portano in grembo, per soddisfare l’egoismo di coppie eterosessuali ed omosessuali che vogliono avere un bambino ad ogni costo. Il volontariato non può diventare un paravento per farci sentire più buoni e per coprire gli errori che ci rifiutiamo di correggere. Che senso ha impegnarsi nel sociale, se poi non si rispettano quei valori che sono scritti nel cuore di essere umano?
C’è bisogno di maggiore umiltà. Bisognerebbe fare uno sforzo per mettere da parte quell’arroganza che conduce spesso ad una religiosità “fai da te”. Bisognerebbe riscoprire la bellezza del Catechismo della Chiesa cattolica e diffonderlo tra la gente, nello stesso modo in cui si diffonde il Vangelo. La croce di Cristo è composta da una parte orizzontale e una verticale. Come nei cruciverba! E’ il simbolo della bontà infinita di Dio, che abbraccia l’umanità intera. Spezzare quella croce, per proporre un Cristianesimo soltanto orizzontale o verticale, significa snaturare completamente il senso della nostra fede.
Ben venga l’impegno del sociale! Ma attenzione a non offrire ai giovani un doppione di ciò che si può trovare da qualunque altra parte! Sono tanti i posti in cui i bambini possono apprendere come si fa la raccolta differenziata della spazzatura. Ma c’è un solo posto in cui possono conoscere la carezza di Dio, la bellezza della preghiera e la speranza nella resurrezione. E’ la nostra Chiesa. Una Chiesa che ci tiene per mano, per accompagnarci con amore nel nostro cammino verso il Cielo.