Abstract: l’ ecologia radicale e animalista sfocia nell’ intolleranza per gli umani e adesso sta per essere inserito in un “decalogo” per l’ambiente. Questo strano modo di intendere il rapporto tra l’uomo e la natura, considerato finora poco più di una moda, sta influenzando anche settori importanti delle Nazioni Unite. Si tratta di una ecologia in contrasto con la concezione cristiana come dimostrano anche malevoli considerazioni sul cattolicesimo in base ad una citazione sbagliata della lettera ai Galati.
Articolo pubblicato su Avvenire il 2 febbraio 1999
Arriva l’eco decalogo
Accade che il radicalismo di certe associazioni animaliste sfoci in forme di intolleranza contro gli esseri umani. Questo strano modo di intendere il rapporto tra l’uomo e la natura, considerato finora poco più di una moda, sta influenzando anche settori importanti delle Nazioni Unite.
di Antonio Gasparri
L’accresciuta sensibilità nei confronti del creato è sicuramente un fenomeno che indica un più alto livello di civiltà e una maggiore attenzione ai diritti di esseri non umani. Purtroppo la difesa degli animali, della flora e del mondo inanimato viene a volte contrapposta alla vita e al lavoro dell’uomo. Accade così che il radicalismo di certe associazioni animaliste sfoci in forme di intolleranza contro gli esseri umani. Questo strano modo di intendere il rapporto tra l’uomo e la natura, considerato finora poco più di una moda, sta influenzando anche settori importanti delle Nazioni Unite.
In un incontro promosso di recente dall’United Nations Environment Programme (Unep), in cooperazione con le Università di Harvard e Bucknell, è stata proposta una «Carta della Terra» che dovrebbe sostituire la visione del mondo delle religioni tradizionali, con una nuova spiritualità universale più affine al panteismo. All’incontro erano presenti autorevoli e potenti magnati della finanza mondiale, tutti impegnati a promuovere una nuova «etica planetaria».
Sponsorizzata dall’Unep si è poi tenuta a New York una conferenza su «Religione ed ecologia: scopriamo il terreno comune». Tra i personaggi presenti c’erano: Maurice Strong, presidente del «Consiglio per la Terra», già segretario generale dell’Earth Summit, la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente tenuta a Rio de Janeiro nel 1992; Tim Wirth, attuale presidente della United nation Foundation di Ted Turner: una fondazione che Turner ha creato con l’intento dichiarato di finanziare piani di controllo della popolazione dei Paesi in via di sviluppo. Tim Wirth è stato sottosegretario di Stato nella prima amministrazione Clinton ed è famoso perché alla conferenza dell’Onu su «popolazione e sviluppo», svoltasi al Cairo, teneva sulla sua scrivania un alberello con appesi tanti «condom» colorati. Presente all’incontro anche il noto finanziere con il pallino dell’ecologia, Stephen Rockefeller.
Alla conferenza sono stati presentati i risultati degli incontri che si sono tenuti tra maggio 1996 e luglio 1998 al Centro per lo studio delle religioni mondiali di Harvard. Una bozza di documento da portare all’attenzione dei presenti è stata compilata da Mary Ellen Tucker, insieme al marito John Grim, ha più volte espresso la sua avversione alle religioni tradizionali.
«L’obiettivo della Conferenza – ha scritto la Tucker – è quello di un revisionismo creativo per una mutua e solida relazione tra l’uomo e la terra, ben lontana dalla concezione ortodossa e monoteistica, che mette l’uomo al centro della creazione». «Se le religioni hanno tradizionalmente indicato nell’uomo la riflessione del divino – ha spiegato la Tucker – la sfida attuale è quella di esplorare un rapporto più completo tra il divino, l’uomo e la terra».
La Tucker ha esplicitamente accusato le grandi religioni monoteistiche di aver sminuito il valore della natura: «Nella maggior parte del mondo la visione associata con la tradizione abramitica del giudaismo, del cristianesimo e dell’Islam ha sviluppato una concezione etica centrata sull’uomo. A causa di questa visione del mondo esageratamente antropocentrica, la natura è stata vista come una realtà di secondaria importanza». Un’analisi simile a quella della Tucker è stata fatta da Stephen Rockefeller. Tra i relatori anche Wangari Maathai, del Kenyan Green Belt Movement, la quale ha affermato che la «Carta della Terra è una lista di nuovi comandamenti» ed ha aggiunto: «E’ come riscrivere la Bibbia».
Di una «Carta della Terra» si iniziò a parlare subito dopo l’Earth Summit di Rio nel 1992. Grazie all’appoggio del governo olandese, nel 1994 sono state avviate le consultazioni per la stesura. Il primo incontro internazionale per preparare il testo finale della Carta si è tenuto alla fine di maggio 1995 nel Palazzo della pace dell’Aja tra i rappresentanti di una vastissima gamma di organizzazioni provenienti da 30 Paesi. All’inizio del 1997 si è formata la Commissione per definire la bozza del progetto.
Per questo compito sono stati selezionati 23 membri che dovrebbero rappresentare le principali regioni del mondo e i differenti settori della società. I co-presidenti designati sono la signora Kamla Chowdhry del Centro di scienza e ambiente di Nuova Delhi per l’Asia; Mikhail Gorbaciov della Fondazione Internazionale per gli studi politico e sociali di Mosca per l’Europa; la signora Mercedes Sosa, famosa cantante argentina, per l’America Latina; Maurice Strong per l’America del Nord e il generale Amandou Toumani Touré, già presidente del Mali, per l’Africa. La segreteria del Consiglio ha stabilito gli uffici centrali in Costa Rica.
Secondo i programmi la «Carta della Terra» verrà formalmente presentata nel 2000 al Millenium People’s Forum e quindi sottoposta all’approvazione dell’Assemblea generale dell’Onu. In occasione della presentazione in Italia della Croce verde internazionale Gorbaciov ha spiegato che la carta della Terra» «è il manifesto di una nuova etica per un nuovo mondo» un vero «decalogo della Nuova Era… un codice di condotta universale che dovrà guidare il mondo dopo l’anno 2000».
«Questi nuovi concetti – ha aggiunto Gorbaciov – si dovranno applicare a tutti, e il nuovo sistema di idee, di morale e di etica costituirà un nuovo modo di vita. Il meccanismo che useremo sarà quello di rimpiazzare i 10 comandamenti secondo i principi contenuti in questa carta o costituzione della Terra». Tra le altre attività primarie della Croce verde internazionale, presieduta da Gorbaciov, c’è la preparazione di un «codice del diritto ecologico» e il varo di «un Tribunale ecologico internazionale».
Nel frattempo, per approvare la «Carta della Terra», si stanno raccogliendo firme in tutto il mondo. Tra i firmatari troviamo persone molto influenti, come Daniel Goudevent della Croce verde internazionale, Julia Marton-Lefebre del Consiglio internazionale dell’Organizzazione scientifica, Ruste I. Khairov della Fondazione internazionale per la sopravvivenza e lo sviluppo dell’umanità , Nicolas Robinson dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), James Wolfensohn presidente della Banca Mondiale, Klaus Schwab del Foro economico mondiale (più noto dome centro di Davos), Wally N’Dow, segretario generale di Habitat, la Conferenza dell’Onu tenuta ad Istanbul, e Jim Mac Neill principale autore del Rapporto Brundtland.
Ma il progetto della «Carta della terra» ha anche sollevato molte critiche, soprattutto perché i membri del Consiglio non sono stati eletti ma si sono autonominati. Di fronte all’opposizione manifestata da alcune nazioni, Maurice Strong ha risposto che «la Carta della Terra si imporrà per il suo peso e la sua autorità senza tenere conto dell’autorità degli Stati». Il punto più controverso nella stesura della carta riguarda la concezione della Terra che viene definita come «essere vivente per sé». bon ton funerario verde. Accompagnato, per giunta, da considerazioni malevoli sul cattolicesimo in base ad una citazione sbagliata della lettera ai Galati. Evidentemente poco abituato a maneggiare la Bibbia, Pratesi cita Galati 5, 19 ss scambiando per “carne” ciò che nel linguaggio semitico significa invece “egoismo umano”.
Che ciascuno si scelga i suoi maestri.
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