Newsletter di Giulio Meotti 15 Giugno 2021
Intervista esclusiva per la newsletter ad Alexandre Del Valle: “Il caso Mila è terribile. Liberiamoci del senso di colpa o piomberemo in una barbarie multiculturale senza ritorno”
di Giulio Meotti
La Francia ha abbandonato Mila?”. E’ la domanda posta da Le Figaro al saggista Laurent Alexandre. Partendo dalla liceale che ha collezionato il maggior numero di minacce di morte sui social della storia per aver criticato l’Islam, Alexandre ha dipinto un ritratto fosco della società francese per i decenni a venire.
Di fronte al crescente peso e posto che l’Islam sta assumendo nella società francese, dove sarà la prima religione praticata nel paese, “la legge vieterà la blasfemia dell’Islam in futuro” dice Alexandre, perché “i politici avranno bisogno del voto delle periferie”.
Mila è appena apparsa in televisione. “Anche quando sono fuori, sono in prigione”, racconta la liceale, perché quando esce la polizia le fa indossare un cappello per camuffarle i capelli blu. Mila dice che la Francia è “fragile e codarda”. “Nessuno fa niente perché la gente ha paura”. Come si vede fra cinque anni? “Forse sarò morta tra cinque anni. Sicuramente non rimarrò in vita. Non riesco a vedere il mio futuro come gli altri”.
Da un anno e mezzo Mila vive nascosta, racconta LCI, sotto la protezione della polizia, dopo aver ricevuto migliaia di minacce di morte. All’inizio del processo questa settimana, sei agenti di polizia tutelavano questa ragazza… Chi altri vorrà pagare un simile prezzo? “Vorrei che nei prossimi anni Mila non debba più temere per la sua vita mentre fa la spesa, che possa sedersi su un terrazzo senza dispositivo di sicurezza, uscire con le amiche senza che abbiano paura di essere linciate a loro volta” ha scritto su Elle l’avvocato di Mila, Richard Malka.
“L’abbiamo abbandonata”. Il punto, come scrive l’avvocato e saggista Gilles-William Goldnadel, è “l’indignazione a geometria variabile dei media conformisti”. Lo scorso 1 giugno, 300 cattolici sono verso la chiesa di Nostra Signora degli Ostaggi e sono stati aggrediti fisicamente da antagonisti incappucciati. Alcuni cattolici sono finiti in ospedale. I media e la politica hanno dato pochissimo risalto a questo episodio.
“In serata, in un comunicato su Twitter, il ministro dell’Interno ha espresso disappunto” scrive Goldnadel. “Le Monde deciderà di tirare fuori l’accaduto una settimana dopo… Le emittenti del servizio pubblico non hanno affrontato l’argomento sabato, domenica, lunedì né mai. La triste realtà è che i cattolici non ispirano pietà”. Mentre chi critica l’Islam sui social finisce come Mila.
Di questo malessere parlo con Alexandre Del Valle, saggista, analista ed editorialista francese, autori di molti saggi, come “Le Projet: La stratégie de conquête et d’infiltration des frères musulmans en France et dans le monde”, “La stratégie de l’intimidation: Du terrorisme jihadiste à l’islamiquement correct” e “Le complexe occidental – Petit traité de déculpabilisation”.
“La critica alla francese, di carattere insolente e libertina, è una tradizione che risale all’Enciclopedia ed è unica in Europa” mi spiega Del Valle in esclusiva per la newsletter. “Stiamo vivendo la fine di questa critica. Alcuni eroi sono già stati uccisi, da Charlie Hebdo in su, e adesso questa ragazza lesbica, Mila, è l’unica coerente.
Le femministe dovevano essere solidali, ma Mila si ritrova sola, perché anche chi è più minacciato dalla sharia, come le grandi lobby Lgbt, non l’hanno aiutata di fronte all’Islam. Tutti tacciono. Le persone come Eric Zemmour, come te o come me, che criticano l’Islam come sfida di civiltà, forse potranno ancora farlo. Forse finiremo come l’Egitto o gli Emirati Arabi, che combattono l’islamismo radicale ma non si azzardano mai a offendere l’Islam.
Non c’è ancora una islamizzazione totale, ma c’è già in Europa una condanna a morte de facto per chi critica l’Islam. La strategia dell’intimidazione funziona benissimo. I tagliateste e i taglialingue che condannano l’islamofobia vanno ormai a braccetto”. Dicevamo i media tacciono sulle aggressioni alle processioni cattoliche, le chiese bruciate… “In Francia nessuno nei media o fra i politici si schiera contro l’aggressione ai cattolici”, mi dice Del Valle.
“L’ottanta per cento dell’establishment pensa che i cattolici si meritino questa aggressione. Quando quattro volontari di ‘SOS Cristiani d’Oriente’ furono rapiti in Iraq, i media dissero ‘però’, perché erano dei cattolici difensore dell’Occidente. Sono stati rapiti, ‘ma’… E’ atroce. Siamo ancora gli eredi di Robespierre, ‘non c’è libertà per i nemici della libertà’.
Chi è un po’ troppo cattolico si merita una punizione, come i Vandeani”. Del Valle è molto pessimista sul futuro. “Non perché l’Islam o l’islamismo sarebbero capaci da soli di sottometterci. Loro hanno forza soltanto perché si saldano all’odio di sé delle élite verso la cultura occidentale. L’islamismo per queste élite merita più circostanze attenuanti di un nazionalista europeo.
In Francia il governo ha appena vietato ‘Generation Identitaire’, un gruppo di destra che non ha mai ucciso nessuno, ma non i Fratelli Musulmani o i turchi di Milli Gorus. Non sono pessimista nell’immediato futuro, siamo ancora al 20 per cento di immigrazione islamica. Il vero problema di tutta l’Europa è che le forze di sinistra, minoritarie alle urne, sono troppo forti nella cultura e nei media e nei tribunali e nelle università e nelle menti, nessuno osa pensare contro di loro.
Dobbiamo decolpevolizzarci, abbandonare la xenofilia”. Ci sono due possibilità: “Un’ultima scossa ‘populista’, che non so come finirà, o l’orizzonte ‘Mad Max’, una società di indigenisti, Islam, minoranze sessuali, cinesi, indiani, Black Lives Matter, un grande multiculturalismo multiconflittuale, quartieri senza controllo come in Svezia, dunque una barbarie nuova e generalizzata. Non ci sarà più regola, famiglia, struttura morale, e l’unica forza che avrà in Europa una specie di metafisica sarà l’Islam radicale”