“Sicuramente, la Gran Bretagna potrebbe sopravvivere al di fuori dell’Unione Europea. (…) Noi avremo probabilmente accesso al Mercato Unico come la Norvegia e la Svizzera”. È con questa frase del premier inglese Tony Blair, pronunciata il 23 febbraio 2000, che il Gruppo di Bruges apre il suo dossier sull’AELE (Association Européenne de Libre Echange, Associazione Europea di Libero Scambio), paragonata all’Unione Europea (www.brugesgroup.com).
Poiché la maggior parte degli eurofili britannici si richiamano ad argomenti economici per giustificare la presenza della Gran Bretagna nell’Unione, è con argomenti della stessa natura che il Gruppo di Bruges vuole dimostrare che l’appartenenza alla AELE sarebbe più vantaggiosa per l’Inghilterra.A questo riguardo l’OCDE ha prodotto delle tabelle comparative in dollari i cui dati sono eloquenti.
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) pro capite varia considerevolmente tra i membri dell’AELE (Norvegia 48,4; Svizzera 43,9; Islanda 36,3 e Liechtestein 30,0) e l’Unione Europea a 15 (27,5) o a 25 (21,8). Il paragone dei dati sulla disoccupazione non è da meno: nell’Unione Europea a 15 è esattamente all’8 per cento della popolazione attiva, in quella a 25 al disopra dell’8%, mentre i Paesi dell’AELE conoscono un tasso di disoccupazione inferiore al 4%.
Questi risultati derivano, secondo il Gruppo di Bruges, dalla medesima libertà economica che vige nel Mercato Unico, ma senza che i membri dell’AELE siano costretti alla stessa politica agricola e senza le restrizioni nel controllo delle loro risorse territoriali, comprese la pesca e l’energia. Questi Paesi gestiscono in proprio le loro frontiere e ammettono chi vogliono sul loro territorio.
Decidono da sè riguardo al rispetto dei diritti dell’uomo sul loro territorio, sono esentati da buona parte delle leggi sociali e sul lavoro e negoziano liberamente gli accordi commerciali con l’estero. In breve, sono degli Stati sovrani. La differenza fondamentale tra l’Unione Europea e l’AELE può anche essere dedotta dalle loro istituzioni.
Là dove l’UE tenta di controllare l’attività economica sulla totalità del suo territorio e ha bisogno, quindi, di un apparato di sorveglianza notevole, l’AELE non lo fa e si accontenta di Agenzie (l’Autorità di Sorveglianza e la Corte dell’AELE) dall’azione e dagli effetti limitati: 50 persone per la prima, contro 18.000 della Commissione Europea e 15 per la seconda contro 1.800 della Corte Europea.
Il dossier propone d’altra parte un’interessante tabella comparativa che misura il grado di corruzione delle due istituzioni come percepita dagli uomini d’affari, dagli universitari e dagli osservatori professionali. Su una scala da 0 (completamente pulito) a 10 (corrottissimo), l’AELE si piazza leggermente al di sopra di 1, mentre l’Unione è a 2,6 (a 15) e all’3,1 (a 25).