Una citazione di Seneca è il titolo eloquente del secondo di una serie di documenti che la Compagnia delle Opere propone per approfondire le ragioni del voto nel periodo che ci separa dalle elezioni politiche del 9 aprile. Lo slogan è “Verso le elezioni del 9 aprile…per formarsi un giudizio”.
Il secondo documento riporta alcuni commenti di autori “non filoberlusconiani” – recita il volantino – tratti da laicissime testate italiane come Il Corriere della Sera, Repubblica, Il Manifesto. Le ambiguità in politica estera, le incertezze sulla TAV, la scuola, il lavoro. Il minimo che si può dire, è la conclusione che si trae dai commenti di Galli della Loggia, Romano, Parlato, ecc., è che le 280 pagine gialle di Prodi mancano di una direzione…
“Non c’è un punto, dall’Iraq alla scuola, dal lavoro all’economia, dalla politica interna a quella estera sul quale si possa leggere un’opzione chiara e netta”. (Valentino Parlato – Il Manifesto – 11 febbraio 2006)
“Il Programma contiene quasi tutto e quasi niente: 280 pagine del tutto generiche, con una impostazione timida e parziale. Facile preconizzare un leader debole ed un governo inconcludente.” (Intervista del Governatore del Friuli Riccardo Illy – la Repubblica – 14 febbraio 2006)
“È un programma frutto del ricatto della sinistra antagonista e della paura della sinistra riformista. Prodi non può scegliere e sta a guardare. Ci sono mille paletti infilati dalla sinistra della coalizione in particolare da Bertinotti, che ne fanno un programma insulso per la sua totale genericità (Riccardo Illy – la Repubblica – 14 febbraio 2006)
Sulla scuola “diciotto pagine di vaghezze “politicamente corrette”, di “partecipazione democratica”, di “conferenze territoriali apposite”, di “piani di organizzazione”, di “obiettivi”, di “livelli”, di “forme di rappresentanza”: Insomma un incubo burocratico redatto nel più stretto sindacal-politichese e dei cui costi non si fa mai parola. Di una idea di qualche spessore, di un’ispirazione alta e autentica quasi mai la traccia”. (Ernesto Galli della Loggia – Corriere della Sera – 12 febbraio 2006)
“Il giudizio sulla Bossi-Fini mi è parso sprezzante e negativo. Mi sembra una cosa da pazzi garantire il permesso di soggiorno ad ogni immigrato che denuncia la propria condizione di lavoro irregolare. Questo equivale ad una sorta di sanatoria permanente.” (Sergio Romano – Corriere della Sera – 12 febbraio 2006)
“Non c’è alcun cenno agli stati che il terrorismo sostengono. L’impressione è che il risultato pagato per garantire all’Unione il consenso della sinistra massimalista sia davvero elevato.” (Angelo Panebianco – Corriere della Sera – 12 febbraio 2006.)
“Si pensi alla vicenda che sarebbe comica se non fosse tragica, della Tav e della sua assenza dal ponderoso programma elettorale. Con gli uni che dicono che la Tav si farà anche se, per una sfortunata svista, non sta nel programma, e gli altri che dicono che non si farà come prova il fatto che non sta nel programma”. (Angelo Panebianco – Corriere della Sera – 14 febbraio 2006.)
“Romano Prodi ha parlato dei benefici e non dei costi che qualche parte della società italiana dovrebbe pagare. Tutto a gratis è impossibile. Forse è un’opportunità, un’astuzia elettorale, ma non convince”. (Valentino Parlato – Il Manifesto – 12 febbraio 2006)