Utero in affitto reato universale, ora cosa cambia

certi "diritti" ledono la dignità umanaAbstract: Utero in affitto reato universale, ora cosa cambia. Sarà più rischioso aggirare una legge che in Italia era già in vigore. È la legge 40 del 2004 che regola la procreazione medicalmente assistita e stabilisce – all’articolo 12, comma 6 – che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”. In media, però, circa 250 coppie all’anno – principalmente eterosessuali – vanno all’estero per avere un figlio con questa pratica, tornando regolarmente in Italia con il bambino e il certificato di nascita.

Today.it 19 Ottobre 2024

“Mai più bimbi comprati all’estero”:

cosa cambia davvero ora che la gestazione per altri è reato universale

In Italia la legge c’è dal 2004, ma con il ddl Varchi sarà perseguibile anche all’estero chi – spendendo non meno di 60mila euro – vuole avere un figlio

di Roberta Marchetti

La gestazione per altri è reato universale. Ma cosa significa? O meglio, cosa cambia davvero? La legge che vieta la maternità surrogata in Italia è in vigore da vent’anni, dunque nel nostro Paese è già reato. È la legge 40 del 2004 che regola la procreazione medicalmente assistita e stabilisce – all’articolo 12, comma 6 – che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro”.

In media, però, circa 250 coppie all’anno – principalmente eterosessuali – vanno all’estero per avere un figlio con questa pratica, tornando regolarmente in Italia con il bambino e il certificato di nascita. I costi sono molto elevati, si va da circa 60mila euro – in Georgia e Albania – fino a 180mila euro se si scelgono gli Stati Uniti. Insomma, una cosa per ricchi e su questo dovrebbero essere tutti d’accordo, al di là di giudizi morali e discorsi etici, che di fatto sono quelli che muovono l’accesa polemica di questi giorni.

Il disegno di legge Varchi, approvato in Senato il 16 ottobre, estenderà la perseguibilità del reato anche ai cittadini italiani che ricorrono alla gestazione per altri all’estero. Il disegno di legge aggiunge solo un comma al testo già esistente, che resta invariato: “Se i fatti di cui al periodo precedente sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. Sarà quindi decisamente più difficile – e certamente più rischioso, penalmente parlando – ricorrere alla maternità surrogata nei paesi dove invece è legale.

La polemica

Fatto chiarezza su questo, vediamo dove nasce la polemica. Alla “presa di posizione ideologica” – così viene definito questo provvedimento – vengono contrapposti interrogativi importanti, dalla tutela dei bambini nati con maternità surrogata al diritto alla genitorialità, ma anche paragoni etici visto che tra i reati universali ci sono quelli di terrorismo, violenza sessuale, crimini di guerra e traffico di esseri umani (ma quest’ultimo per molti non manca di analogie con il business della maternità surrogata). 

La legge non è retroattiva

Il primo punto da sottolineare, per rispondere a quelle domande, è che il ddl Varchi non è retroattivo, cosa che tra il fervore e l’indignazione social sta sfuggendo. Dunque nessun cittadino italiano, residente in Italia, che abbia figli nati all’estero con gestazione per altri può essere punito. Tantomeno ai bambini mancheranno tutele. Questo lo chiarisce a Today.it l’avvocato Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, che per primo – in un’audizione in Senato a febbraio 2023 – parlò di reato universale, spianando la strada alla proposta presentata dall’onorevole di Fratelli d’Italia Carolina Varchi.

“Non si tratta di portare via niente a nessuno, solo di attuare una legge che già c’è”. L’intento è chiaro, continua Amato: “D’ora in avanti si evita che coppie, sostanzialmente ricche, se ne freghino della legge. Si sta facendo una mistificazione senza nemmeno aver letto, eppure il testo è semplicissimo”.

“Qui ci si dimentica che questa cosa in Italia è reato, si va in galera. La legge dice che l’italiano che fa questa cosa in Italia viene punito, se lo fa all’estero viene punito come in Italia – spiega – Solo questo si sta dicendo. Dove si tolgono i bambini? Semplicemente siccome in Italia è reato, non puoi fare il furbo e andare all’estero, strapagando, per aggirare la legge”.

E qui torna il tema economico, ovvero che la gestazione per altri è una pratica talmente tanto costosa che, oltre a generare un business non indifferente, resta appannaggio di pochi. Una domanda su cui sarebbe interessante riflettere è se davvero la tutela del diritto alla genitorialità sia assicurata per tutti dalla gestazione per altri. 

Gestazione per altri reato universale, sarà facilmente applicabile?

Rendere la gpa reato universale, secondo l’avvocato Amato, disincentiverà senza alcun dubbio le coppie che non riescono ad avere figli ad andare all’estero per ricorrere a questa pratica. Anche se, ribadiamolo, il suo non è tanto un discorso morale quanto giuridico: c’è una legge e non va aggirata.

il commercio dell'utero in affitto si sposta dall'Ucraina: le nuove rotteNon è dello stesso parere, invece, l’avvocata Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’associazione Luca Coscioni, secondo cui sarà molto complicato, per non dire quasi impossibile, applicare questa legge: “L’atto di nascita degli altri Paesi non riporta la tecnica con cui è nato il bambino – spiega al Corriere – quindi come potrebbe nascere questo sospetto? Nascerà per tutti i neonati all’estero? Naturalmente no, sorgerà quando i genitori sono omosessuali. E così si rivela il vero obiettivo della legge, che mira a punire soprattutto quei casi”.

Al rientro in Italia, infatti, i genitori devono presentare al proprio Comune di residenza il certificato di nascita rilasciato all’estero, e se il Consolato sospetta che il bambino sia nato con maternità surrogata, informerà la Procura e verrà avviata un’indagine.

A quel punto entra in gioco lo Stato in cui è nato il bambino, ma se lì la gpa è legale non è detto che ci si possa aspettare collaborazione. Fatta la legge, trovato l’inganno anche stavolta? Presto per dirlo. Di certo c’è che se fino a pochi giorni fa ci si chiedeva quando si è disposti a pagare per un figlio, ora la domanda è quanto si è disposti a rischiare.

Qui un video che documenta il commercio di ovociti negli Stati Uniti

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