13 febbraio 2021
L’intellettuale canadese Mathieu Bock-Côté sul Figaro contro il “terrificante fanatismo delle guardie rosse che vogliono estirpare dalla società il male degli uomini bianchi”
di Giulio Meotti
“Con grande stupore di chi non ha perso la testa, una scuola inglese ha deciso di rinominare il proprio edificio scolastico che prende il nome da Winston Churchill. A quanto pare, resistere a Hitler non è più sufficiente per avere un posto nella storia della lotta al razzismo”. E’ l’opinione su Le Figaro dell’intellettuale canadese Mathieu Bock-Côté.
“Allo stesso modo, in California si è deciso di rinominare le scuole intitolate ad Abraham Lincoln in nome della lotta contro il razzismo. Lincoln non è stato il grande emancipatore degli schiavi neri nella storia americana? Come può l’antirazzismo rivoltarsi contro di lui? E’ un anacronismo imbecille, non estraneo a una grave forma di incultura.
Il nostro tempo non vuole più eroi, con il loro lato oscuro, solo santi immacolati o martiri per la causa della diversità”. Ufficialmente, si tratta di decolonizzare la coscienza occidentale, di liberarla una volta per tutte dall’avventura inaugurata con l’espansione europea iniziata nel XV secolo.
“L’Occidente dovrebbe ora guardarsi esclusivamente attraverso gli occhi dei discendenti delle sue vittime. Razzismo, colonialismo, schiavitù: attraverso questi concetti metteremo sotto processo i popoli occidentali, la cui unica vocazione sarebbe d’ora in poi quella di impegnarsi in una lunga espiazione senza redenzione”.
Qui entriamo nel cuore dell’immaginazione razzista.
“Da Lincoln a Churchill a tutti gli altri che non hanno una così buona reputazione, l’uomo bianco ovunque sarebbe lo stesso. Questi uomini non sono più incolpati solo per quello che hanno fatto ma per quello che erano: uomini, incarnando con il loro colore della pelle e il loro sesso tutto il male di cui la civiltà occidentale è stata colpevole. È giunto il momento, per la giustizia razziale, di dare la caccia alla ‘supremazia bianca’, che non si riferisce solo ai movimenti razzisti, ma alla struttura stessa delle società occidentali. Questa è la nuova tela su cui scrivere la storia. La cancel culture non è solo un sintomo di terrificante fanatismo, ma l’espressione di una nevrosi d’identità che si è impadronita di società in cui regna il risentimento vittimistico. La sinistra woke sottopone l’intera società a una logica estirpatrice. E per paura di apparire razziste, capitoliamo e collaboriamo con le guardie rosse del regime della diversità”.
Già, visto anche anche in Italia questo movimento fa breccia al punto che il suo guru, Ibram Kendi, si è appena visto pubblicare il libro Come essere antirazzisti niente meno che da Mondadori. Kendi vede il razzismo bianco ovunque, persino nella scelta del giudice della Corte Suprema Amy Coney Barrett di adottare due bambini ad Haiti, uno dei paesi più poveri al mondo. Una “colonialista bianca”, ha scritto Kendi. Non fa ridere.
Era meglio se Mondadori pubblicava un altro libro di barzellette di Totti.