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29 Ottobre 2022
di Attilio Faoro
La storia dei Paesi occidentali – compresa la Francia – è intrecciata con schiavitù, razzismo, colonialismo, sessismo e omofobia. Per questo motivo deve essere decostruita se si vuole che l’uguaglianza trionfi pienamente. Questa è, in poche parole, quanto enuncia l’ideologia “woke” che pretende di porsi a difesa delle minoranze – soprattutto quelle sessuali e razziali – “oppresse” dalla maggioranza bianca, eterosessuale e “patriarcale”.
In origine, questo movimento nacque nei campus universitari americani per promuovere una accorta vigilanza – “woke” significa in inglese stare “sveglio” – di fronte ad atti ritenuti discriminatori nei confronti di alcuni gruppi cosiddetti minoritari. Nel corso del tempo, il movimento woke si è trasformato in una potente lobby la cui attività principale è quella di condurre una vera e propria caccia alle streghe contro ciò che ritiene “razzista”, “omofobo”, “sessista”, “transfobico”, “islamofobico”, “grassofobico” o “specista”, cioè che si ritiene superiore agli animali.
Questa ideologia è all’origine di movimenti sociali ampiamente riportati dai media, come le “marce per il clima” o il movimento “Black Lives Matter“, che è riuscito a far sì che tutte o quasi tutte le squadre di calcio nazionali si inginocchiassero durante gli inni nazionali agli Europei del 2021 per rendere omaggio a un delinquente nero ucciso brutalmente da un agente di polizia negli Stati Uniti.
Colbert, le zanzare e la scrittura inclusiva
In Francia, questo movimento è guidato dalla musa “anti-poliziotto” Assa Traoré – sorella di Adama Traoré, un delinquente morto anch’egli durante un arresto di polizia – e dallo scrittore e ora deputato Aymeric Caron, campione del veganismo e strenuo difensore del diritto alla vita… delle zanzare!
Sempre pronti a scendere in campo brandendo l’arma della morale, gli attivisti Woke se la prendono con le nostre statue, in particolare con quelle di Napoleone e Colbert, accusati di aver promosso la schiavitù, e contro la nostra lingua, la quale vorrebbero decostruire attraverso la cosiddetta scrittura inclusiva. Infin, se la prendono persino con la nostra gastronomia, colpevole, secondo un ricercatore del CNRS, di essere uno “strumento dell’identità razziale dominante”.
Tutta questa isteria sarebbe irrisoria se fosse solo opera di qualche militante illuminato o studente ritardato. Ma, ahinoi, il “pensiero” woke si sta diffondendo in tutta la società: a Bordeaux l’albero di Natale è stato rimosso dal comune in nome dei “diritti degli alberi”, le scritte inclusive compaiono nei documenti amministrativi, i maschi che dichiarano di appartenere al “genere” femminile sono autorizzati a usare le docce delle ragazze a scuola…
Notre-Dame de Paris, bersaglio del wokismo
Il filosofo transgender spagnolo Paul Preciado, noto in precedenza come Beatriz, ha approfittato della pubblicazione del rapporto Sauvé sulla pedocriminalità nella Chiesa francese per chiedere l’esproprio di Notre-Dame de Paris da parte dello Stato francese. In un articolo pubblicato su Mediapart il 12 ottobre 2021, ha chiesto che la più famosa delle cattedrali francesi venga trasformata in “un centro di ricerca femminista, queer, trans, antirazzista e di lotta contro la violenza sessuale”.
L’intellettuale woke si spinge fino a chiedere che Notre-Dame de Paris venga ribattezzata “Nostra Signora dei sopravvissuti alla pedocriminalità”. Lungi dall’ipotizzare una bestemmia, Preciado inneggia nientemeno che a “una rivoluzione”. La storia dimostra che le due cose vanno spesso insieme…
Il wokismo è un’ideologia totalitaria che estrapola ed esaspera lo schema marxista della lotta di classe in tutte le relazioni umane in un modo che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione culturale di Mao Tse-tung… Se l’Occidente non sta attento, potrebbero essere questi fanatici decerebrati a seppellirlo. Senza fiori né corone
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